giovedì 23 RED SPAROWES al bronson

giovedì (23 marzo) arrivano finalmente i red sparowes al bronson. lo so, lo dico spesso, ma d'altra parte cerchiamo sempre di portare a ravenna le band che sembrano più meritevoli di un palco, di un pubblico e di attenzione. ed è bello il più delle volte confrontarsi con artisti di grande personalità, educazione ed incredibile umiltà proprio come ci si immagina ascoltando la loro musica, leggendo le interviste ed entrando nel loro mondo attraverso gli artworks.

i red sparowes si muovono in quell'area stiv von till mono earth che personalmente adoro in modo particolare. sono una band strumentale che fa parte di un progetto importante come quello della neurot recordings.

sono una sorta di super-gruppo formato da Bryant Clifford Meyer (chitarra) degli Isis, Josh Graham (chitarra), visual man dei Neurosis e noto regista di video, Greg Burns (basso e pedal steel), anche negli Halifax Pier, Andy Arahood (basso e chitarra) degli Angel Hair, e David Clifford (batteria e già nei The VSS e Pleasure Forever).

facendo una veloce ricerca in rete , ma anche su tutte le riviste cartacee specializzate, noterete l'unanimità di consensi che sta ricevendo il loro capolavoro d'esordio "At the Soundless Dawn".
mi piace però proporvi un estratto della recensione del nostro alessandro fogli meglio conosciuto come blank l'intramontabile

"......Si può però dire che la somma sonora totale del disco germogli più dal movimento di surrealismo chitarristico esoterico e melodico di metà anni Ottanta (Blast First e Too Pure) che non dal feroce realismo dei gruppi heavy-psych rock citati. L’associazione formale dei Red Sparowes a band così heavy e propulsive come Isis, Neurosis, Angel Hair e Pleasure Forever porterebbe ad aspettarci che il debutto del quintetto di Los Angeles fosse un perfetto lavoro di epica urgenza primordiale. E in effetti lo è. Tuttavia i Red Sparowes sono epici senza magniloquenza, pesanti senza un singolo riff di barrè ed evocativi senza nessuna voce chiaramente udibile. Gli armoniosi ed esili strati di chitarre effettate, e le percussioni fluttuanti e ipnotiche che si sentono su “At the Soundless Dawn” creano sonorità che ricordano però più Goblin, Tones on Tail, Godspeed You Black Emperor, Explosions in The Sky e i primi Sonic Youth. L’incipit del disco – Alone and unaware, the landscape was transformed in front of our eyes – è suadente e sinuoso; sottile ma spaventosamente deliberato. “At the Soundless Dawn” – album di sette composizioni con titoli che si uniscono l’uno all’altro per comporre un unico paragrafo – si apre dunque con grande cura, ma attraverso tutto il lavoro, poi, svariate transizioni aleggiano tra un pezzo e l’altro, con gli strumenti che si confondono in una calda risacca di toni. E’ un muro di suono orchestrale che è tanto suadente che snervante. E i brani non potevano che essere lunghe suite di lavori chitarristici emozionali e contorti, che non corrono mai il rischio di farti cadere nella noia nemmeno dopo alcuni minuti sulla stessa nota. Un disco che toglie il fiato."

porte ore 21,30
on stage ore 22,30

tickets:
10 intero e 7 ridotto per gli iscritti alla mailing list

in questo momento sto ascoltando: pink mountaintops "axis of evol"