porte h21. ingresso 15
BLACK MOUNTAIN
the night terrors
goldheart assembly
bronson produzioni nasce a ravenna e si occupa della gestione di spazi e dell'organizzazione di eventi. adora il folk l'indie il r'n'r i drones l'electro, il post punk e l'underground nelle sue varie forme, l'arte e i percorsi controcorrente.
BRONSON - via cella 50 madonna dell'albero - ravenna
HANA-BI - spiaggia 72 - marina di ravenna
FARGO - vicolo padenna - ravenna centro
TRANSMISSIONS - NOBODADDY - MàNTICA
Presenta presso il TEATRO RASI (via di roma 39, ravenna)
SONGS WITH OTHER STRANGERS
Mercoledì 20 ottobre 2010 – ore 21.30
ingresso unico 18euro.
manuel agnelli - john parish - hugo race - cesare basile - marta collica - giorgia poli - stef kamil carlens - rodrigo d'erasmo - jean marc butty - e la straordinaria partecipazione di steve wynn
Songs with other Strangers è l’incontro creativo di un diverso gruppo di performer: Manuel Agnelli (leader degli Afterhours), il songwriter Cesare Basile, Marta Collica (voce dei Sepiatone), Stef Kamil Carlens (co-fondatore dei belgi dEUS e leader degli Zita Swoon), Rodrigo D’Erasmo (violinista degli Afterhours), John Parish (autore e produttore di PJ Harvey, Eels, Sparklehorse, Giant Sand), Giorgia Poli (membro fondatore degli Scisma), Hugo Race (membro fondatore dei Bad Seeds di Nick Cave, frontman dei True Spirit), Jean Marc Butty (Venus e PJ Harvey) che quest’anno si arricchisce anche della presenza di Steve Wynn (frontman dei Dream Syndacate).
Songs with Other Strangers si sviluppa come un concerto senza una line-up convenzionale, nella quale i musicisti si scambiano i ruoli e sperimentano con gli arrangiamenti di canzoni scelte dai propri repertori (con inserimenti di riletture di brani di artisti tra i quali in passato Leonard Cohen, Lou Reed, Bob Dylan, Michael Gira).
Il risultato è un viaggio musicale attraverso diversi stati d’animo, linguaggi ed approccio alla composizione che esplorano l’interzona tra il background dei diversi artisti e le visioni personali dei singoli. Uno spettacolo diverso ed altamente affascinante per il pubblico, Songs with Other Strangers è anche un viaggio di scoperta per gli stessi artisti.
Queste tracce di insetti sono frutto di riprese sonore a cura di Francesco Donadello e di riprese video a cura di Luigi Conte e Rizoma Film. Sono state raccolte nel Teatro Dimora all’Arboreto di Mondaino il 19 luglio 2009. Sono state trasferite su disco da Roberto Barbolini a Bologna nel gennaio 2010 con tornio Neumann VMS70 e testina SX74 direttamente da nastro analogico letto da una macchina Studer A80.
In questa incisione tutta la catena di produzione, dalla ripresa su nastro al solco sul vinile per mezzo di un tornio meccanico, è prodotta con i si avvale dei? più evoluti mezzi della tecnologia monofonica degli anni Cinquanta. I Bachi Da Pietra si sono sottoposti all’esperimento, ideato e proposto da Francesco Donadello, nell’arco di un giorno e di una notte, quando il teatro dell’operazione si è aperto alla presenza del pubblico.
I Bachi Da Pietra hanno sottoposto alla vivisezione due inediti e alcuni bachi mutanti: brani che, esecuzione dopo esecuzione, hanno assunto forme diverse rispetto alle versioni precedentemente pubblicate. Il risultato è un disco dal vivo, suddiviso in giorno (senza pubblico) e notte (con il pubblico), ed un film per la regia di Luigi Conte che ne racconta il percorso, seguendone le tracce.
These insect tracks are the result of audio takes by Francesco Donadello and video takes by Luigi Conte and Rizoma Film, recorded on July 19th, 2009 at the Teatro Dimora all’Arboreto in Mondaino. Tracks were recorded on analog tape, read by a Studer A80 tape machine and directly transferred on record by Roberto Barbolini in Bologna, in January 2010, using a Neumann VMS70 lathe and a SX74 cutting head.
The recording and disc-cutting process has involved the use of the most sophisticated monophonic technologies from the Fifties along the whole manufacturing chain, from tape recording to vinyl cutting by means of a mechanical lathe. Bachi Da Pietra underwent this experiment, conceived and proposed by Francesco Donadello, covering a day and a night’s span, when the operation scene was finally opened to the public.
Bachi Da Pietra (literally, Stoneworms) have vivisected two previously unpublished tracks, as well as some mutant worms: songs which took on a different shape, compared to their originally issued versions, while being performed again and again over time. The outcome is a live record, divided into a day (without public) and a night (with public) section, and a movie, directed by Luigi Conte, witnessing the experiment by tracking its course.
Gli Shearwater arrivano e dalla mia posizione privilegiata mi rendo subito conto che questa sera sarà diversa dalle precedenti in cui ho avuto la fortuna di vederli suonare. Sarà la spiaggia, sarà l’agosto mediterraneo, sarà il vino o forse il cibo, fatto sta che hanno tutti un sorriso rilassato che non gli ho mai visto prima, ed è un bello spettacolo. Non so dire se la loro musica stasera ne sia stata influenzata, dopo pochi minuti di concerto sono troppo coinvolta per pormi domande e fare confronti.
Questo gruppo, scoperto da me per caso per la prima volta più di un anno fa in un locale londinese, mi conquista oggi come fece allora: credo si tratti di quel genere di band che debba essere vista dal vivo per poterne comprendere le potenzialità, lasciandosi ammaliare dalla splendida voce di Jonathan Meiburg, dalle loro capacità di strumentisti sopra la media, dalla assoluta coesione di tutti che, agili e rilassati, si muovono all’unisono sul palco scambiandosi continuamente di posto e di ruolo. Il percussionista Thor Harris (che si presenta, capello selvaggio e fluente, in gilé senza maniche con braccia pelose, ma ha un curriculum di tutto rispetto, parlo di Bill Callahan e The Angels of Light, per citarne un paio – oddio, non che le braccia pelose abbiano niente a che vedere con i curriculum) ad un certo punto scandisce un ritmo un po’ troppo frenetico per un brano già piuttosto serrato e Meiburg suda e quasi si sfinisce per stargli dietro. Loro se la ridono e noi si va in sollucchero