venerdì, febbraio 29, 2008

venerdì 29 febbraio
girls in hawaii (indie - bel)
autori di uno dei migliori album di questo inizio 2008
tra grandaddy, nada surf, sigur ros e guided by voices.
guest: canadians (indie - ita)
porte h21,30. ingresso 15 intero (13 in mailing)

a seguire il party continua con i pullen.
ingresso 5

un vecchio splendido video - found in the ground





sabato 1 marzo
ART BRUT (punk post punk - uk)
non c'è bisogno di presentazioni. un ritorno, un evento.
porte h21. ingresso 15

a seguire indie electro sessions al gran completo con
chris vins sirol trinity e len
ingresso 5


giovedì, febbraio 28, 2008

la rubrica di valentina #16

a corto di parole dopo l'incredibile esperienza di un concerto unico e irripetibile e due giorni con michael gira lascio la parola a mr.crown e i suoi crownicles.

e ancora una volta quando meno te lo aspetti arriva con tempismo perfetto una rubrica di valentina e grazie a dio me ne posso rimanere a casa in religioso silenzio al cospetto degli angeli della luce e aspettando i girls in hawaii



Come magari qualcuno si sarà accorto (ma anche no), la rubrica di Valentina è andata in letargo quest’inverno e, anche se ora avrebbe voglia di risvegliarsi e trovare la primavera, deve accontentarsi di fare capolino, sonnacchiosa, fra la nebbia che ci fa tanto sospirare, in attesa di sole, primavera, mare e tutto ciò che ne segue.

Così, mentre gli happy hour sembrano lontani anni luce, vi riporto con la mente a quelle serate afose dell’estate, magari a quei martedì dell’Hana Bi che finivano niente meno che con “I am the Walrus” dei Beatles. Brano che cito non a caso, poiché il testo, così come il titolo stesso, contiene riferimenti ai personaggi creati da L. Carroll. In particolare, quando John Lennon pronuncia le parole “I’m the eggman”, si riferisce ad un buffo individuo a forma di uovo, Humpty Dumpty , incontrato da Alice in “attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”. Humpty Dumpty vive su un muro sottile dove cammina, sempre in bilico, col rischio di cadere e rompersi in mille pezzi. E’ un uovo a cui hanno regalato una cravatta, che Alice scambia per una cintura facendolo indispettire, il giorno del suo non compleanno. Ricordo di essere rimasta affascinata da questa figura leggendo di Alice e di quel paese di meraviglie, ma la sua origine è assai più antica e risale ad una vecchia filastrocca per bambini che si ispira, sembra, a storie di battaglie della vecchia Inghilterra avvenute nel 1648. In poche parole Humpty Dumpty era un cannone sulla torre della chiesa di Colchester, che è rovinosamente caduto rompendosi in mille pezzi a causa dell’assedio che ha distrutto la torre. E cosa c’entra l’uovo? Mah... ci vuole della fantasia, dico io. Ora, venendo a noi, è da tempo che osservo quel sottile muretto che divide l’ingresso dal bar grande del Bronson, quello dove c’è la porta invisibile per i fumatori. Ecco. Proprio lì sopra, io ci vedrei bene un Humpty Dumpty. Quindi, mi fate un regalo di non compleanno? Posso mettere un Humpty Dumpty sul muretto? Mi darebbe una gran soddisfazione!



A questo punto è ora di divulgare la storia di “Poison Oak” . Nata come colonna sonora per i miei momenti tristi, questa canzone ha finito per chiudere tutti i “santi” venerdì notte delle “giovani” ravennati che si avventurano per l’Emilia Romagna, rappresentando un momento di raccoglimento ricco di pathos e commozione. “E’ l’ora di Poison Oak” e parte il canto stonato, a squarciagola, a volte un po’ alcolizzato, che culmina sulla frase “the sound of loneliness makes me happier”, una delle più tristi della storia, che molto spesso viene sdrammatizzata da sonore risate... un po’ una metafora della vita da prendere sul serio, ma non troppo, se vogliamo. Quindi, lasciando da parte la filosofia spicciola da talk show, ci siamo domandate: ma cosa significa poison oak? Tradotto letteralmente poteva essere una cosa tipo “quercia velenosa”, anche se una sventatella aveva scambiato oak (quercia) con oat (avena), perché l’aveva visto scritto su qualche bottiglia di whiskey (la sventatella sono io). Alla fine ho scoperto che la poison oak non è nient’altro che una specie di sommaco velenoso (Toxicodendron diversilobum), pianta diffusa in America, che a contatto con la pelle provoca una forte reazione urticante .

Ma la cosa più incredibile è che il T. diversilobum fa parte della famiglia delle Anacardiaceae!!! E la fan numero uno della canzone è un’appassionata di anacardi ( se può interessare al singolare si può dire anacardio che è molto simpatico secondo me) !! A questo punto mi sembra di aver chiuso un cerchietto, uno piccolo, non come quelli che chiude il sommo Mr. Crown, però ho motivo di andarne fiera.



Ok, ora basta davvero, non vi tedio più! Saluto solo il mio vicino di bancone che si trova dall’altra parte del mondo per lavoro. Grado ci manchi tanto, torna presto (anche per le tue fans che se no impazziscono)!! E come direbbe la Len: mancarone Gradone!

Valentina

martedì, febbraio 26, 2008

the godfather



sì, michael gira è stato il leader indiscusso degli swans prima, e degli angels of light poi. talent scout di indubbio spessore e one man band nella sua label di culto young god records.
a lui si devono le scoperte di devendra banhart, mi and l'au, calla, e ovviamente degli akron/family, così come la riscoperta di lisa germano. finalmente dopo almeno un paio d'anni di inseguimenti e trattative, dopo che siamo riusciti ad avere da queste parti tutte le band sopracitate è finalmente giunto il momento per incontrare il padrino, the man behind the scenes, l'uomo che vive isolato in una fattoria nelle catskill mountains.
54 anni e una vita che sembra un film di david lynch, ogni volta che attraversa l'oceano non sono che poche occasioni, da non lasciarsi sfuggire. di certo sociopatico, condivide il suo corpo con un'entità (joseph) a cui si devono tutti i suoi testi. e così questa volta sono due date in spagna due in portogallo due in italia. una al bronson. ecco vorrei fosse chiaro che si tratta di un evento, di un'occasione da non perdere.
we are him l'ultimo album, il capolavoro che presenterà in solo accompagnato dalla sua chitarra, è indiscutibilmente uno dei momenti più alti del 2007 appena concluso, ma sarebbe riduttivo soffermarsi sull'attualità nel caso di un uomo a cui dobbiamo molto di quello che amiamo oggi, un uomo che ha scandagliato le oscurità dell'anima e ne è uscito vivo per raccontarlo. a noi suoi affezionati e devoti


mercoledì 27 febbraio. porte h21,30. ingresso 12.
apre il set di (r) aka fabrizio modonese palumbo con il suo pink folk drone e riempiranno gli spazi vuoti le selezioni del fido morphine.

qui tutto quello che non avete mai osato chiedere: una bio dettagliata.

lunedì, febbraio 25, 2008

highlights

dopo una settimana intensissima, un'altra settimana altrettanto intensa.

mercoledì 27 febbraio
michael gira (angels of light - usa)
finalmente. e qui ci sarò potete starne certi.
guest: (r) (folk drone)
porte h21,30. ingresso 12.



venerdì 29 febbraio
girls in hawaii (indie - bel)
autori di uno dei migliori album di questo inizio 2008
guest: canadians (indie - ita)
porte h21,30. ingresso 15 intero (13 in mailing)
a seguire il party continua con i pullen. ingresso 5



sabato 1 marzo
ART BRUT (punk post punk - uk)
non c'è bisogno di presentazioni. un ritorno, un evento.
porte h21. ingresso 15
a seguire indie electro sessions

giovedì, febbraio 21, 2008

lascia o raddoppia?

bronson raddoppia.

kula shaker

venerdì 22 febbraio infatti vede l'attesissimo ritorno degli earth al bronson con ospite d'eccezione nientemeno che sir richard bishop, mentre in contemporanea si bissa kula shaker all'estragon, una location decisamente più capiente dopo il sold out al bronson di ottobre. a voi la scelta, io invece mi dovrò sdoppiare e facendo la spola rischio di perdermeli entrambi.
in consolle kekko al bronson e vins guest all'estragon.

note:
earth

Al Bronson gli Earth (ora in una formazione che vede oltre al leader Dylan Carlson, Adrienne Davies, Steve Moore e Don McGreevy) presenteranno il nuovissimo album, “Bees made honey in the lion’s skull”, su Southern Lord, uscito in gennaio 2008 dopo che la stessa Southern aveva pubblicato nel 2007 “Hibernaculum” (che proseguiva sulle orme di “Hex” revisionando però vecchio materiale)

Il doom degli Earth diventa esperienza spirituale frutto di una pratica veramente esoterica”. Fabio Polvani – Blow Up. Voto 8



sir richard bishop


Sir Richard Bishop è divenuto invece, nell'arco di quasi un decennio, un maestro nell'arte dell'improvvisazione “per forme già stabilite”, dopo esserlo stato - e continuare ad esserlo - dell'improvvisazione tout court (anche di quella free) in quel gruppo anomalo e inclassificabile chiamato Sun City Girls.




sabato altro - stop the wheel e indie electro sessions con guest pullo.
ingresso 5

Da Pesaro arrivano al Bronson gli Altro, la band post-punk più interessante del Paese (Alessandro Baronciani – voce, chitarra, Gianni Pagnini – basso, Matteo Caldari – batteria).
Tre album. Al netto della loro concisione, dei tre o quattro anni che li separano l'uno dall'altro, dell'attività concertistica sporadica e dell'invidiabile, gioiosa leggerezza con la quale il disegnatore, il fisico e il programmatore di Pesaro prendono la faccenda, resta comunque un fatto: gli Altro sono un gruppo unico in Italia e probabilmente al mondo, che non ci si può più permettere di trascurare.

mercoledì, febbraio 20, 2008

direi che quella di ieri è stata una serata pressochè perfetta. un pubblico folto colmo di amici, un jens ispiratissimo e anche un po' emozionato dal fascino della location, ottimi pre e post nel foyer thanx to enzo e victor.

oggi si torna al rock'n'roll, quello chiodo e harley tanto per intenderci, con i lords of altamont con michael davis (MC5) al basso, supportati da ojm e small jackets in apertura.
porte h21,30. ingresso 12.



poi venerdì doppio appuntamento con due concerti attesissimi
al bronson il ritorno degli earth con un guest d'eccezione sir richard bishop


all'estragon il ritorno dei kula shaker dopo il sold out al bronson.
in consolle anche il nostro vins.



tempo libero: segui la scia degli anacardi

martedì, febbraio 19, 2008

questa sera
jens lekman
(indie folk pop - swe)
presso teatro rasi
via di roma 39, ravenna
biglietti ancora disponibili.
apertura porte e biglietteria h20
inizio concerto h22. ingresso 10
dj set: enzo polaroid
info: 0544 36239 - 333 2097141





lunedì, febbraio 18, 2008

come avrete capito queste mie giornate sono caratterizzate dalla preparazione dei numerosi concerti a venire. per cui è pochissimo il tempo per dilungarmi su altre questioni anche se nelle scorse settimane ho ricevuto i promo di tunng e girls in hawaii e sarebbe un delitto non parlarne perchè dopo mesi sono gli unici album indie folk rock realmente interessanti che mi è capitato di ascoltare. mi riservo di approfondire nei prossimi giorni.

tra qualche ora parto in direzione bologna per il concerto dei queens of the stone age, un tuffo nel rock'n'roll più grasso che sarà anche l'antipasto ideale per il concerto dei lords of altamont di mercoledì al bronson. la serata sarà in collaborazione con go down rec ed apriranno ojm e small jackets. porte h21,30. ingresso 12.

Lords Have Mercy is the 2nd full length release from the LA based Lords Of Altamont, a band that believes in fast, hard rock n' roll in the garage punk tradition so much that Michael Davis of the MC5 states in the liner notes: "I am proud to be associated with this talented squad of rebellious rabble rousers who reclaim the golden era of real rock music, the last era of real style, and make it so today." 11 new tracks of gear-grinding garage rock that is not to be overlooked as revivalism, but praised as 100% real... right when we need it most!

e al bronson presenteranno in anteprima il nuovissimo
"the altamont sin"



domenica, febbraio 17, 2008

finalmente domenica

quella alle porte è una delle settimane più intense di sempre per bronson produzioni. e di conseguenza anche per voi. ci lasciamo alle spalle la serata post punk vera goduria per amanti del genere e un divertentissimo sabato in compagnia della solita ciurma. speriamo che azza si rimetta in fretta e nell'ordine ospiteremo: il folletto svedese jens lekman, i terribili motorcycle boys lords of altamont, i lisergici alfieri del metadrone earth, il ritorno dei kula shaker all'estragon e per chiudere un assaggio di post punk made initaly con gli altro sabato. auguri.

questo video del giovane lekman mi sembra ottimo per il risveglio domenicale.

venerdì, febbraio 15, 2008

quindi questa sera post punk II di cui si è già detto tutto e di più.
già che ci sono vi linko il video dello spot levis di little annie con antony.



sembra che il chitarrista degli ex otago si sia ripreso dagli orecchioni. domani verificheremo.
infatti come sapete recuperemo la data cancellata a gennaio. si preannuncia un sabato divertente e scanzonato che vedrà come ospite anche il ritorno di enzo (quello polaroid) in consolle.
porte h22 ingresso 7 (5 in mailing list)



martedì sarà la volta di quello che forse è l'evento più atteso. il concerto di jens lekman con backin band di 5 elementi (tra cui cello e violino oltre alla sezione ritmica) presso il teatro rasi.
le prevendite corrono veloci, non credo che si andrà in esaurito prima di martedì, ma vi invito a pensare seriamente di prenotare i vostri posti prima che sia troppo tardi.
porte h20,30 ingresso 10. info e prevendite qui




visto che anche nei giorni scorsi se ne era parlato ne approfitto per incollare il comunicato ufficiale con le date di adam green.
DNA CONCERTI è felice di annunciare




Due date per:
ADAM GREEN

01/05/2008 - Roma @ Circolo degli Artisti
02/05/2008 - Ravenna @ Bronson

Il piccolo genio newyorkese, capostipite della nuova generazione anti-folk americana, arriva in Italia per presentare il nuovissimo lp Sixes & Sevens (Rough Trade Records/SPinGo).

Le sonorità di Adam Green rimandano ad un filone che va da Leonard Cohen ed arriva sino a Richard Hawley solo che il tutto sembra essere passato per le mani di Jack Black (l’attore di School Of Rock che è un suo fan). Adam Green ha il gusto orchestrale di Randy Newman, le scelte melodiche di Johnatan Richman dei Modern Lovers e quell’approccio un po’ intellettuale di Joe Pernice.

Arriva il quinto album in studio per il menestrello Green, e come nelle sue intenzioni “voglio fare un album che sia perfetto per essere ascoltato mentre si guida per la campagna” si presenta come la perfetta colonna sonora “da viaggio”.
Rispetto al precedente Jacket full of Danger, Sixes & Sevens è un lavoro più spontaneo, naturale, meno impostato. La voce qui, come ha affermato lo stesso Green “è più da letto che da music hall”. Insomma come se il menestrello non avesse più bisogno di dimostrare le sue doti vocali.
L’album è stato registrato a NY in mille location diverse: il suo appartamento, il suo studio di Brooklyn, e una scuola per bambini autistici a Jersey, gestita dalla moglie del suo storico produttore e amico Dan Myers. Insomma un lavoro molto movimentato e progressivo che ha dato vita ad un album libero, a volte quasi “ubriaco”, ma allo stesso tempo preciso e metodico.
Seppure questo piccolo nuovo album di Adam Green sia venuto fuori così naturalmente questo non significa affatto che Adam abbia rinunciato al suo lato sperimentale e così si spiega l’incursione di un coro gospel di una chiesa di Brooklyn.
Una scelta a dir poco improbabile e bizzarra ma che si inserisce perfettamente tra le mille influenze che confluiscono in questo nuovo piccolo capolavoro.
Ultimo ingrediente: la partecipazione di David Campbell, arrangiatore di musicisti come Michael Jackson, Elton John e Beck.
Che altro dire? Un concerto da non perdere!

Read more: www.adamgreen.net

L’album sarà disponibile in Italia su SpinGo!

mercoledì, febbraio 13, 2008

POST PUNK 1978 - 1984 II

secondo appuntamento dedicato al post punk al bronson.
a grande richiesta mi permetto di aggiungere.

a dirigere le operazioni ancora una volta arturo compagnoni e cecca e marchino in arte momo a cui è un onore unirmi. ancora una volta cercheremo di portarvi in pista tra fumi e luci stroboscopiche. tra devo e talking heads da pere ubu a gang of four tra perle e rarità e hit divenute immortali.



ad aprire la serata il concerto di little annie e paul wallfisch che potremmo quasi definire due reduci di quel periodo che andiamo a celebrare.

A due anni di distanza dal capolavoro “Songs from the coal mine canary” (produzione curata da Antony & The Johnsons) la cantante newyorkese Little Annie (al secolo Annie Bandez) torna, questa volta con un disco di cover, “When good things happen to bad pianos” (pubblicato dalla Durtro Jnana di David Tibet). Accompagnata al piano da Paul Wallfisch (ex Firewater e ora leader del gruppo Botanica), l’artista americana si è divertita ad attingere brani da ogni tipo di repertorio: dagli chansonniers, come nel caso di “If you go away” e “Yesterday when I was young”, rispettivamente di Jacques Brel e di Charles Aznavour, a Tina Turner, ma la scelta che desta maggior stupore è una versione struggente di “I still haven’t found what I’m looking for” degli U2.


Il duo ha collezionato una serie di date sold out in giro per l’Europa – da Atene a Copenaghen, passando per il prestigioso festival di Donau in Austria – fino ad arrivare all’apparizione come support guest di Marc Almond in quel di Barcellona.
il nuovo album di Little Annie con Paul Wallfisch è una delle più bizzarre operazioni di restauro di classici pop. Non quelle che usualmente si definirebbero cover songs, tant’è che pezzi più o meno recenti vengono letteralmente sconvolti dall’interpretazione di Little Annie e Wallfisch. Gli esempi sono appunto “I still haven’t found what I’m looking for” degli U2, che diventa un’intensa torch song, “Private dancer” di Tina Turner, che passa da un mood soul ad uno completamente metropolitano, lo standard “All I want for Christmas” – un tempo interpretato anche dalla starlette Mariah Carey –, che si tramuta in una sardonica piece da cabaret.
C’è un profondo senso di appartenenza in ognuna di queste rivisitazioni, brani che vengono nuovamente plasmati, risorgendo dagli anfratti delle meno svenevoli murder ballads. Un disco di spessore che ci consegna due interpreti protagonisti del nostro tempo.


Dopo esser stata un’autentica eroina della prima scena industrial e post-punk inglese (ha fatto parte di alcune line up di Crass e Coil per intenderci) ed aver realizzato lavori di grande respiro per l’etichetta On-U Sound (in combutta con Adrian Sherwood), sia come solista che come parte del supergruppo Missing Brazilians, Little Annie risorge nel 2006 come cantante dal mood dark ed etereo. Il brano “Strange Love” tratto da “Songs from…” – concepito a quattro mani con Antony – è stato addirittura scelto per una campagna promozionale della Levi’s, che come è semplice intuire ha avuto una vasto eco a livello internazionale. Lo spot si è anche aggiudicato il premio “Best use of music in advertising’ al Film Festival di Cannes del 2006.

venerdì 15 febbraio
porte h21,30. ingresso al concerto 10 (5 in mailing list e dopo il concerto)

martedì, febbraio 12, 2008

testacoda

sabato è stato tutto esattamente come speravo. un bellissimo e folto pubblico già per il concerto dei raveonettes e affluenza record anche per le indie electro sessions. come da accordi hanno aperto i duecento al secondo, il punk garage duo di gelo. l'impostazione è perfetta, qualche limatina e ci siamo. i raveonettes erano decisamente più in palla di quando li avevo visti a bologna e quel loro rock'n'roll sci fi immerso nel feedback a là jesus and mary chain ha convinto senza ovviamente stupire. hanno anche concesso uno splendido quanto imprevisto bis e queste cose fanno sempre piacere. domenica poi ci siamo avvicinati ancora una volta al record negativo di presenze del bronson, ma gli efterklang hanno lasciato tutti a bocca aperta già a partire dal set di peter broderick. difficili da descrivere, trattasi di un collettivo di polistrumentisti danesi che ha regalato momenti di post rock bucolico a tratti balcanico dagli arrangiamenti quasi prog e un tocco di elettronica. mi piacerebbe davvero proporli anche all'hana bi.


e finalmete dopo il successo della prima edizione, venerdì si bissa la serata post punk 1978 - 1984 ispirata all'omonimo libro di simon reynolds. ancora una volta le selezioni saranno curate dal sottoscritto con cecca, marchino e arturo compagnoni. mentre punck dovrà attendere il terzo episodio per salire in consolle quando gli cederò volentieri il mio posto, perchè la sua collezione di vinili parla per lui. ad aprire il concerto di little annie and paul wallfisch when good things happen to bad pianos.
porte h21,30. ingresso concerto 10 (5 in mailing list)


sabato si recupera la data di ex otago ed in consolle avremo ospite enzo polaroid.

venerdì, febbraio 08, 2008

che sabato (9febbraio) arrivano i raveonettes al bronson l'avete capito tutti.
immagino e spero che sarà una di quelle date da incorniciare per cui ricordo a tutti che le porte apriranno puntuali alle 21 e che a scaldare l'attesa ci saranno i duecento al secondo di gelo alle 21,30 o poco più. spero anche ci si possa risparmiare la scena delle go go dancers caserecce.
a seguire indie electro sessions davvero al gran completo, quasi una mini marathon con i ritorni di len e pullo e le conferme dei soliti resident.


poi domenica il concerto degli efterklang uno dei collettivi più interessanti e meglio accolti dalla stampa specializzata del momento.
7.4 per chi crede in pitchfork.
ripeto che ci troviamo di fronte ad un interessantissimo connubio di post rock sperimentazione ed elettronica. ideale per una domenica differente dal solito.
ingresso 10, h21,30


poi ieri ero in zapping sui canali musicali di sky e mi sono beccato questo video e non ho potuto fare a meno di pensare che proprio tutti hanno scheletri nell'armadio.
mick jagger & david bowie: loro sì che sapevano divertirsi ballare e vestirsi.
loro sì che sono leggenda.

giovedì, febbraio 07, 2008

do you want the candy ?



BRONSON
sabato 9 febbraio
the raveonettes
guest: duecento al secondo
porte h21. inizio concerti h21,30
ingresso 15 (13 in mailing list)

martedì, febbraio 05, 2008

in realtà ero talmente preso dallo show di jon spencer che ho "saltato" un passaggio.
sabato. purtroppo un moltheni arrivato al bronson in preda ad un virus intestinale ha passato il pomeriggio al pronto soccorso. fattosi dimettere per tentare in extremis di recuperare il live è stato soppraffatto dai crampi dovendo così rientrare in ospedale. mi auguro che il peggio sia passato e che si possa recuperare all'hana bi. la serata partita così in sordina si è poi animata grazie al gran finale della vale. come da tradizione la giudit riappare in tempo per le pulizie con una splendida frangetta dritta dritta.





sabato prossimo 9 febbraio invece sarà di quelli da ricordare con i raveonettes finalmente al bronson e indie electro sessions al gran completo pullen compresi. per il concerto ingresso 15 (13 in mailing list) e i soliti 5 poi. porte ore 21. inizieranno duecento al secondo puntuali alle 21,30.




vi chiedo anche di fare attenzione al concerto di domenica visto che gli efterklang sono uno dei fenomeni più interessanti del momento. dalla danimarca un collettivo dedito al post rock misto ad elettronica sperimentale di grande qualità.
ingresso 10



they were kings


non lo so. a noi quello degli heavy trash è sembrato un concerto da pelle d'oca.
jon spencer è il king e matt il suo fedele scudiero.
80 minuti secchi di rock'n'roll vero, senza pause e con tutti i fronzoli, con spencer in formissima a chiudere alla grande un tour che durava da mesi. gorgheggi alla cramps ancheggi alla elvis un flusso continuo a cui era davvero impossibile sfuggire. e quando vedi un talento raro da così vicino è difficile non riconoscerlo. e allora si corre con la mente ad una fantomatica top list dei concerti del bronson in questi anni. per quel che mi riguarda è una specie di riflesso incondizionato, un bilancio in corsa sempre pronto ad essere aggiornato, rivisto e corretto. e metto quello di ieri sera davvero in cima alla lista con pere ubu joanna newsom micah p. hinson kula shaker e mono e di certo mi sarò dimenticato qualcuno.


il primo disco dei pussy galore risale alla bellezza di 23 anni fa ed ebbi la fortuna di ascoltarlo più o meno in quegli anni. da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e sembra che anche il vecchio jon spencer si sia impegnato a vendere l'anima al diavolo con risultati eccellenti.
faceva caldo ieri sera, un caldo terribile tipo angel heart e quando a fine serata jon è andato al banco a chiedere una birra, l'ilaria è quasi svenuta.
voodoo. once again.



ci si vede sabato per raveonettes e domenica per efterklang.
in questo momento sto ascoltando tunng: good arrows

venerdì, febbraio 01, 2008

quindi sembra che la vale si sia completamente ristabilita e domani farà il suo esordio in chiusura alle indie electro sessions. siete avvertiti.
poi sarà la princi ad occuparsi delle selezioni nella domenica più selvaggia che il bronson abbia mai conosciuto.

heavy trash


sabato prossimo sarà poi la volta dei raveonettes tanto per mantenere alto il tasso di rock'n'roll. mi è finalmente arrivato il promo della loro ultima fatica interamente dedicata alla lussuria. lust lust lust. un concentrato di pulp b-movies e sci fi, tarantino meets tim burton. bordate di feedback a coprire melodie tra fifties e sixties. jesus and mary chain e forse white stripes. e domani inserirò dead sound in scaletta.
apriranno duecento al secondo il nuovo progetto in duo di gelo. file under: garage punk.
e ospite delle i.e.s il bellissimo pullo.




sembrano finalmente confermati anche i canadians di supporto a girls in hawaii con pullo e grado inedita coppia alla consolle. un altro venerdì da segnare sul calendario: 29febbraio

ieri ho visto io sono leggenda ma è davvero nulla paragonato a quel gioiello malato che era 28giorni dopo di danny boyle. senza poi addentrarci nel confronto delle colonne sonore visto che nel polpettone hollywoodiano ci tocca bob marley tutto il tempo mentre in 28days later si spaziava dai grandaddy a brian eno.



moltheni sabato 2 febbraio al bronson. questo video è davvero notevole.

in questo momento sto ascoltando odd nosdam level live wires.