e quando meno te lo aspetti ecco arrivare la rubrica di valentina trasportata da un vento particolarmente dispettoso.Sarà colpa del
global warming che surriscalda oltremodo le nostre giornate, sarà l’afa che ovatta i pensieri, il fatto di lavorare ogni giorno della settimana in un una ridente località balneare o magari saranno le giornate lunghe e i tramonti in spiaggia, ma succede che d’estate io mi sento come dentro un libro di
G. García Márquez, in cui si respira l’aria calda attraverso i muri colorati delle strade del Sud America.
Rallentare è la parola della settimana, o meglio, di questa rubrica, che è sulla lunghezza d’onda dei rallentamenti delle vacanze ed esce con estiva cadenza irregolare. Rallentate! Tanto siamo già a luglio e, anche quest’anno, come nella miglior tradizione italiana, ad agosto sono tutti in ferie e potete smettere di fare ordini, tanto nessuno vi consegnerà più niente. Staccate la spina, arrestate il sistema e andate a godervi almeno la fine delle lunghe giornate estive ed i tramonti di cui sopra, ad ascoltare buona musica sorseggiando un drink o pareggiando i sensi di colpa del week-end di stravizi alcoolici con un match a racchettoni. O un biliardino. Perché dai, si dice così, è inutile, ci ho provato in tutti modi a dimostrare che
calcino (malattia epidemica e mortale del baco da seta, causata da un fungo parassita, secondo il Garzanti) era corretto tanto quanto
biliardino o
calcio balilla , ma no lo è. Sapete cosa vi dico? Non importa. Il calcino per me è uno di quei ricordi d’infanzia ai quali non posso cambiare i connotati e io, che sono cresciuta nel ravennate, lo chiamo così.
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E mentre noi rallentiamo, c’è chi ancora suda sul rush finale per concludere gli esami. Io d’estate studiavo malissimo ma mi sparavo tutti gli appelli più impensabili. Mi ricordo quello di “
laboratorio di geopedologia” del 31 luglio 2000. Ero da sola.
Anche la mia piccola grande compagna di avventure dietro il bancone che conosce mille mosse ninja segrete si diletta in esami a luglio. E mi ha parlato di drammaturgia, di cui, sinceramente, non mi ero mai interessata, anche perché, come voi potete ben capire, non c’entra niente con la geopedologia o la chimica, ma siccome sono curiosa e, come dice sempre mia zia Rosa, non si finisce mai di imparare, ho cercato di approfondire l’argomento. Vi giuro che mi sarebbe piaciuto tanto raccontarvi qualcosa di drammaturgia, ma mi sono appena imbattuta nella
patafisica , la scienza delle soluzioni immaginarie, il cui primo docente, il
Dottor Faustroll, è noto per aver calcolato la superficie di Dio e mi ci sono ritrovata un po’ di più. Sempre wikipedia cita, fra i riferimenti musicali alla patafisica, i
Pere Ubu, il cui stesso nome si ispira ad un’opera del fondatore della patafisica
A. Jarry. Da questo momento romanzi e opere teatrali di patafisica diventano il trend per gli indieononindie-nerd dell’estate 2007.
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Per tutti gli altri tanta, tanta musica e danze notturne all’
Hana Bi, caput mundi della notte rosa, pare. Pare, perché io devo aver vissuto solo un sogno, quella dietro il bancone era un mio ologramma e io mi sono svegliata alle 4 con il cielo in una stanza.
Saluto il buon Marcello Iovine.
Una Buona Settimana _dal numero di giorni molto variabile_ a tutti!
Valentina