a corto di parole dopo l'incredibile esperienza di un concerto unico e irripetibile e due giorni con michael gira lascio la parola a mr.crown e i suoi crownicles.e ancora una volta quando meno te lo aspetti arriva con tempismo perfetto una rubrica di valentina e grazie a dio me ne posso rimanere a casa in religioso silenzio al cospetto degli angeli della luce e aspettando i girls in hawaii
Come magari qualcuno si sarà accorto (ma anche no), la rubrica di Valentina è andata in letargo quest’inverno e, anche se ora avrebbe voglia di risvegliarsi e trovare la primavera, deve accontentarsi di fare capolino, sonnacchiosa, fra la nebbia che ci fa tanto sospirare, in attesa di sole, primavera, mare e tutto ciò che ne segue.
Così, mentre gli happy hour sembrano lontani anni luce, vi riporto con la mente a quelle serate afose dell’estate, magari a quei martedì dell’Hana Bi che finivano niente meno che con “I am the Walrus” dei Beatles. Brano che cito non a caso, poiché il testo, così come il titolo stesso, contiene riferimenti ai personaggi creati da L. Carroll. In particolare, quando John Lennon pronuncia le parole “I’m the eggman”, si riferisce ad un buffo individuo a forma di uovo,
Humpty Dumpty , incontrato da Alice in “attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”. Humpty Dumpty vive su un muro sottile dove cammina, sempre in bilico, col rischio di cadere e rompersi in mille pezzi. E’ un uovo a cui hanno regalato una cravatta, che Alice scambia per una cintura facendolo indispettire, il giorno del suo non compleanno. Ricordo di essere rimasta affascinata da questa figura leggendo di Alice e di quel paese di meraviglie, ma la sua origine è assai più antica e risale ad una vecchia filastrocca per bambini che si ispira, sembra, a storie di battaglie della vecchia Inghilterra avvenute nel 1648. In poche parole Humpty Dumpty era un cannone sulla torre della chiesa di Colchester, che è rovinosamente caduto rompendosi in mille pezzi a causa dell’assedio che ha distrutto la torre. E cosa c’entra l’uovo? Mah... ci vuole della fantasia, dico io. Ora, venendo a noi, è da tempo che osservo quel sottile muretto che divide l’ingresso dal bar grande del Bronson, quello dove c’è la porta invisibile per i fumatori. Ecco. Proprio lì sopra, io ci vedrei bene un Humpty Dumpty. Quindi, mi fate un regalo di non compleanno? Posso mettere un Humpty Dumpty sul muretto? Mi darebbe una gran soddisfazione!
A questo punto è ora di divulgare la storia di
“Poison Oak” . Nata come colonna sonora per i miei momenti tristi, questa canzone ha finito per chiudere tutti i “santi” venerdì notte delle “giovani” ravennati che si avventurano per l’Emilia Romagna, rappresentando un momento di raccoglimento ricco di pathos e commozione. “E’ l’ora di Poison Oak” e parte il canto stonato, a squarciagola, a volte un po’ alcolizzato, che culmina sulla frase “the sound of loneliness makes me happier”, una delle più tristi della storia, che molto spesso viene sdrammatizzata da sonore risate... un po’ una metafora della vita da prendere sul serio, ma non troppo, se vogliamo. Quindi, lasciando da parte la filosofia spicciola da talk show, ci siamo domandate: ma cosa significa poison oak? Tradotto letteralmente poteva essere una cosa tipo “quercia velenosa”, anche se una sventatella aveva scambiato oak (quercia) con oat (avena), perché l’aveva visto scritto su qualche bottiglia di whiskey (la sventatella sono io). Alla fine ho scoperto che la poison oak non è nient’altro che una specie di sommaco velenoso (
Toxicodendron diversilobum), pianta diffusa in America, che a contatto con la pelle provoca una forte reazione urticante .
Ma la cosa più incredibile è che il T. diversilobum fa parte della famiglia delle Anacardiaceae!!! E la fan numero uno della canzone è un’appassionata di anacardi ( se può interessare al singolare si può dire
anacardio che è molto simpatico secondo me) !! A questo punto mi sembra di aver chiuso un cerchietto, uno piccolo, non come quelli che chiude il sommo Mr. Crown, però ho motivo di andarne fiera.
Ok, ora basta davvero, non vi tedio più! Saluto solo il mio vicino di bancone che si trova dall’altra parte del mondo per lavoro. Grado ci manchi tanto, torna presto (anche per le tue fans che se no impazziscono)!! E come direbbe la Len: mancarone Gradone!
Valentina