martedì, gennaio 17, 2006

la mano "de profundis rock"


con questo nuovo post vorrei invitarvi a qualcosa di diverso dal solito, volendo più impegnativo: una serata a teatro, al teatro rasi a ravenna... è forse chiedere troppo?! spero proprio di no.
come potete leggere qui sotto, si tratta di uno spettacolo che ha nel rock e nella fusione dei linguaggi il proprio punto di partenza, ma è inutile che stia a dilungarmi quando è tutto perfettamente descritto 4 righe più sotto..
vi ricordo solamente che nelle serate del 20 - 24 e 25 al termine dello spettacolo (22circa) avranno luogo in sala rossa 3 dj set a cura bronson produzioni. in consolle si alterneranno alessandro "cecca"relli (il 20) marco "momo" molduzzi (il 24) e il sottoscritto (il 25 serata di chiusura). saranno selezioni assolutamente atipiche e di ricerca, nel tentativo di trovare una dimensione per tutta quella musica sommersa che difficilmente è possibile ascoltare al di fuori delle proprie mura domestiche. e poi è anche un'occasione per incontrarsi in un luogo diverso dal bronson. l'ingresso al teatro dopo lo spettacolo è libero.

eccovi un estratto dal comunicato stampa di ravenna teatro.

Teatro delle Albe
dal 20 al 25 gennaio ore 21 La mano "de profundis rock"
il 23 riposo

Jerry Olsen, il più grande chitarrista della storia del rock è il più veloce nell’esecuzione dei suoi brani, ma un giorno si accorge di non avere più musica o, peggio, di non averla mai avuta e si dà la morte tagliandosi con un’ascia la mano sinistra che un tempo danzava frenetica fra i capotasti della sua chitarra. Da questa premessa prende vita La mano, romanzo di Luca Doninelli adattato per la scena da Marco Martinelli, regista del Teatro delle Albe. La vicenda è narrata dalla sorella del musicista, Isis, interpretata da Ermanna Montanari, corpo-voce di molte vertigini psichiche della compagnia ravennate: l'estensione delle sue frequenze vocali, da basse ad acutissime, produce un'energia teatrale in cui si concentrano gli antri cavernosi del corpo e il gioco con la musica si fa quasi incestuoso.
È il rock, con la sua inscindibile mitologia, tragedia, eccesso e dissoluzione a far rivivere la vicenda, accompagnata dalle caustiche musiche di Luigi Ceccarelli: riff di chitarra-basso-batteria e inserti di brucianti suoni concreti incorniciati da un feroce apparato luminoso. Lo spettacolo è frutto di un processo alchemico che trae la propria essenza teatrale dall’inestricabile intreccio di voce, parola e musica, per una rabbiosa orazione funebre che trova le sue radici nel mito egizio di Iside, la quale per amore verso il fratello scese agli inferi. Isis non è mai sola in scena, con lei (o dentro di lei) un silenzioso guardiano apprensivo e autoritario, le cui sembianze alla Mikeymouse producono un’icona orrorifica.
BIGLIETTI
Intero 12€ Ridotto 10€
per avere la riduzione facciamo che vi presentate alla biglietteria dicendo che vi manda il bronson

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI c/o teatro rasi
Ravenna Teatro, via di Roma 39 Ravenna - Tel. 0544 36239
Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
http://www.ravennateatro.com/

15 commenti:

len ha detto...

E io ne approfitto per dire che chiunque volesse fare il carnet (ovvero l'abbonamento) alla stagione del Nobodaddy del Rasi(da 4 o 8 spettacoli) si può rivolgere a me, che ho la possibilità di farvi un pò di sconto. Per il programma foglio nero con scritta NOBODADDY bianca in giro ormai da secoli.

@maio who are you? se sei un ex palotino dovrei conoscerti..aspetta no.. forse no siete troppi. io conosco solo la prima falange.

_ ha detto...

@maio: hai fatto bene a dare la notizia. lo avrei fatto io nei prossimi giorni per non mettere troppa carne al fuoco, ma va bene così.

Anonimo ha detto...

spero di esserci domenica, finalmente.

_ ha detto...

@stuart: ci terrei veramente a vedere un po' di bronson al rasi.

Anonimo ha detto...

...allora raddoppierò gli sforzi per esserci. Contaci.

Luca ha detto...

@chris:io credo che verro' il 20 insieme ad alcuni amici.

_ ha detto...

@hikari: così cominciamo ad associare un po' di faccine ai nick. cmq sembra che domani saremo in parecchi

Anonimo ha detto...

Ho trovato in giro questa recensione, bye. "Ravenna – Non è un caso se Luca Doninelli, dopo aver assistito cinque anni fa a L’isola di Alcina, abbia immediatamente pensato alle Albe e a Ermanna Montanari come naturali interlocutori drammaturgici per il suo romanzo La mano, opera che con tutta se stessa sembra invocare la visionaria creatività della compagnia ravennate. E tanto evidenti sono il coinvolgimento e la compenetrazione con il testo nella trasposizione scenica de La mano operata da Marco Martinelli – in una simbiosi inscindibile con la partitura musicale di Luigi Ceccarelli, le luci di Vincent Longuemare e le scene di Edoardo Sanchi – da far realmente pensare a una sorta di misteriosa affinità artistica elettiva. Come un oscuro derviscio, Ermanna Montanari – una presenza scenica ormai impressionante – comincia a volteggiare in un ambiente nero, onirico, innaturale, immersa in un gorgogliante mare sonoro, dal quale affiorano inopinate onde elettriche. E’ la stanza dove si è reclusa Isabel, ora autonominatasi Suor Isis, sorella di Geremia Olsen, il più grande chitarrista rock della storia. Ma qualcosa è successo perché Isis vive in una condizione di follia, di anemia psicotica, da cui però cominciano ad affiorare ricordi, brandelli di un passato tragico e destabilizzante legato al fratello Jerry. Isabel incede nel racconto come una sonnambula, a tratti posseduta dalla voce del fratello oppure ingaggiando veri e propri combattimenti vocali con il maelstrom di furia rock che lei stessa sembra scatenare. Ma Isabel non è più sola perché in scena compare una grottesca e muta figura dalla testa di topo disneyano (Roberto Magnani), un allampanato custode delle sue visioni che pare volerla in qualche modo condurre alla fine della narrazione, diventandone anch’egli via via sempre più parte integrante. L’impiego sincopato di sequenze concrete di furibonde schitarrate rock e di suoni elettronici, al fine di enfatizzare il clima di tragedia, si uniscono alle inquietanti mutazioni vocali di Ermanna Montanari nel portare a galla elementi sempre più foschi: le droghe di Isabel, la gelosia di Jerry per il talento musicale del figlio Ezra, le sue ossessioni di persecuzione, il terrore di non essere più il numero uno, infine la decisione di impiantarsi una mano meccanica con sette dita per essere il più veloce del mondo, mentre la figura di topo si agita come un burattino fulminato in quello che è ormai un incubo lisergico. Fino al climax conclusivo ad ellissi, in cui Jerry è morto in seguito all’amputazione della mano sinistra con una scure provocando la follia della sorella e si scopre il fantasma che si cela dietro alla maschera di topo, mentre Isabel, ora nella quiete assoluta, ricomincia lentamente a ruotare su se stessa. La mano è uno spettacolo di un’intensità straordinaria, un’ode al rock giocata magistralmente su tempistiche e dinamiche di grande tensione; un potente incubo viscerale fitto di calibrati simbolismi che ancora una volta dimostra la grande libertà narrativa di Marco Martinelli, difficile da ingabbiare in alcuna formula.
Alessandro Fogli"

_ ha detto...

ieri sera a teatro c'era un gran bel pubblico e molte facce da bronson. bene.

Luca ha detto...

marmellata di fragole

Anonimo ha detto...

aahhaahha!
maio ex palotino!



comunque sembra un pò la riunione dei pr del teatro delle albe..

_ ha detto...

@ maio: il video di renda è veramente stupendo. montaggio musiche qualità audio video e i contenuti sono chiarissimi. c'era parecchia gente, ma sarebbe importante farlo vedere a più gente possibile...

Luca ha detto...

E' piaciuto molto anche a me che ero (e purtroppo sono) completamente estraneo alla realtà rappresentata nel filmato.

Anonimo ha detto...

idem come sopra

Anonimo ha detto...

ben detto benny