domenica, novembre 25, 2007





john vanderslice
sabato 1 dicembre.
porte h21,30. inizio concerto h22,30
a seguire indie electro sessions
ingresso 5 tutta la sera

8 commenti:

Anonimo ha detto...

chiaramente i miei tempi sono fuori luogo, ma tant'è...da nastasia & white io non mi sono ancora ripresa...lui visto da così vicino, quelle mani...incredibile...difficile per lei non rimanere un pò in ombra, ma il tutto è stato eccelso.

ora invece volevo dire che stasera mi sono innamorata di Yann Encre, una serata goliardica a ferrara che mi ha inaspettatamente regalato questo prezioso concerto...
forse lo conoscerete tutti, ma se così non fosse ho questo disco del suo attuale progetto Thee, Stranded Horse.
Buonanotte e a presto!

Anonimo ha detto...

len verrai a vedere i mono giovedì?

chris ha detto...

io ho poi riascoltato il vinile di nina e jim e devo dire che è perfetto. ribadisco che di fianco a jim white sono necessarie personalità fortissime per non rimanere in ombra.
ma credo che a nina stia proprio bene non avere tutti i riflettori puntati su di lei. quasi una scelta strategica.

di solito len a vedere mono c'è.

Kekko ha detto...

è che i mono sono dei gran mancaroni, ecco cos'è.

chris ha detto...

eravamo abituati a vederli ogni sei mesi, ora è passato un anno, e personalmente ne ho proprio voglia.

Anonimo ha detto...

due note volanti sul week end.

nastasia/white: superbi. jim più sugli scudi, ma nina estremamente solida. solida sul tempo, solida nella scrittura e solida nella voce. non cerca mai l'effetto speciale, vero. ma non credo possa essere una colpa. del resto i dirty three senza il pacato mick turner che fa il palo (con classe imprescindibile) non starebbero in piedi come sound. arrivo a dire: jim white può suonare così PERCHE' nina suona cosà, da folksinger del suo tempo. sono un duo vero, così come i dirty three sono un trio vero. organici.

john doe (aka il jimmy connors del rock) è una bestiaccia.
l'ultima mezz'ora, quando le cose hanno preso una piega più cialtrona, mi ha ripagato di una partenza un pò telefonata.
forse un gruppo con maggior personalità avrebbe aiutato a tenere la corda più tesa. a tratti sembrava la cosa più "mainstream rock" mai entrata al bronson. non male, ma molto mainstream.
poi john si è ricordato l'ingrediente principale del suo rock (e forse di tutto il rock): l'urgenza.
e lì le cose si sono messe per il verso giusto.
bene bene bene
nota di merito permanente alle squisite Grazie del Bancone, per la cui cortesia (e per il cui indiscutibile fascino) non trovo qui aggettivi sufficienti.
ossequi
antonio

Anonimo ha detto...

anche pullo mancarone

chris ha detto...

antonio questa volta siamo d'accordo su tutto, ma ce lo eravamo già detto.
quando definivo john doe il jimmy connors del rock, tu hai subito risposto che però il batterista era camporese. e sto ancora sorridendo.

presto rivedremo anche pulino, come lo chiama la len.

probabile che ci si ritroverà tutti a MONO.